Nella parte meridionale della Sicilia, a pochi chilometri di distanza dalla città di Ragusa si erge il magnifico Castello Donnafugata.
L’edificio, forse più simile a una residenza nobiliare che a un castello, è stato restaurato e modificato più volte nel corso dei secoli acquisendo così un’affascinante miscela di diversi stili architettonici.
Il Castello di Donnafugata nasce come una villa rurale costruita intorno a un insediamento preesistente a circa 15 Km da Ragusa.
Il palazzo, dietro la sua facciata gotica, è diviso in circa 122 stanze tra cui il Salone degli Stemmi, il Salone degli specchi e le Sale del Biliardo e della Musica, tutte ornate da decorazioni e antichi affreschi. Il castello vanta anche un enorme giardino con un labirinto di pietra, piante esotiche, statue, fontane, grandi vasi di terracotta, grotte artificiali e una cupola sul cui soffitto è dipinto il firmamento.
Il castello prende il nome dal feudo Donnafugata, il toponimo deriva dalla corruzione della frase Ayn As Jafat, in arabo fonte della salute. Secondo una leggenda il nome potrebbe derivare da donna-fuggita e sarebbe legato alla regina Bianca di Navarra, rinchiusa nel castello da Bernardo Cabrera, conte di Modica.
Nonostante tutti lo chiamino castello, quella che ammiriamo è una nobile dimora di villeggiatura.. Nei primi anni del XIX secolo, Francesco Maria Arezzo, barone di Donnafugata, decise di costruire la residenza ampliando le antiche dimore all’interno del feudo.
La residenza è circondata da un parco di otto ettari. Grandi ficus, specie mediterranee e esotiche coprono una vasta area ricca di sorprese: un tempietto circolare, una caffeaus, grotte artificiali con finte stalattiti e un grande labirinto con muri a secco.
Curiosità:
La residenza nobiliare è apparsa più volte nella serie televisiva de Il commissario Montalbano. La residenza infatti è stata scelta per ricostruire la casa del capomafia Balduccio Sinagra.
Lo stesso attore, Luca Zingaretti, ha scelto questa residenza per celebrare il suo matrimonio con l’attrice Luisa Ranieri.
© immagini tratte dal sito Castello Donnafugata.
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